Rome #StateofMind
luglio 28, 2017
Oggi vi parlerò del mio tour nella bella capitale Romana,in cui ho lasciato pensieri adolescenziali,speranze,curiosità e leggerezza.
Un viaggio gastronomico ma anche di vita che Roma sa trasmettere nelle sue strade,ricche di storia e nei suoi tipici vicoletti in cui è possibile coglierne il senso fondamentale.
« Quamdiu stabit Colyseus stabit et Roma;
cum cadet Colyseus cadet et Roma; cum cadet Roma cadet et mundus » |
« Finché esisterà il Colosseo, esisterà anche Roma;
quando cadrà il Colosseo, cadrà anche Roma; quando cadrà Roma, cadrà anche il mondo » |
(Profezia di Beda il Venerabile, VIII secolo) |
Il Colosseo, originariamente conosciuto come Amphitheatrum Flavium (italiano: Anfiteatro Flavio) o semplicemente come Amphitheatrum, è il più grande anfiteatro del mondo[1], situato nel centro della città di Roma. In grado di contenere un numero di spettatori stimato tra 50.000 e 75.000 unità, è il più importante anfiteatro romano, nonché il più imponente monumento dell'antica Roma che sia giunto fino a noi[2], conosciuto in tutto il mondo come simbolo della città di Roma e uno dei simboli d'Italia.
Inserito nel 1980 nella lista dei Patrimoni dell'umanità dall'UNESCO, assieme a tutto il Centro storico di Roma, le Zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia e la Basilica di San Paolo fuori le mura, nel 2007 il complesso, unico monumento europeo, è stato anche inserito fra le Nuove sette meraviglie del mondo, a seguito di un concorso organizzato da New Open World Corporation (NOWC).
L'anfiteatro è stato edificato in epoca Flavia su un'area al limite orientale del Foro Romano. La sua costruzione fu iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. ed inaugurato da Tito nell'80, con ulteriori modifiche apportate durante l'impero di Domiziano. L'edificio forma un ovale di 527 m di perimetro, con assi che misurano 187,5 e 156,5 m. L'arena all'interno misura 86 × 54 m, con una superficie di 3.357 m². L'altezza attuale raggiunge 48,5 m, ma originariamente arrivava a 52 m. La struttura esprime con chiarezza le concezioni architettoniche e costruttive romane della prima Età imperiale, basate rispettivamente sulla linea curva e avvolgente offerta dalla pianta ovale e sulla complessità dei sistemi costruttivi. Archi e volte sono concatenati tra loro in un serrato rapporto strutturale.
Il nome "Colosseo" si diffuse solo nel Medioevo e deriva dalla deformazione popolare dell'aggettivo latino "colosseum" (traducibile in "colossale", come appariva nell'Alto Medioevo tra le casette a uno o due piani)[3] o, più probabilmente, dalla vicinanza della colossale statua bronzea di Nerone che sorgeva nei pressi.[4] Presto l'edificio divenne simbolo della città imperiale, espressione di un'ideologia in cui la volontà celebrativa giunge a definire modelli per lo svago e il divertimento del popolo.
Anticamente era usato per gli spettacoli di gladiatori e altre manifestazioni pubbliche (spettacoli di caccia, rievocazioni di battaglie famose, e drammi basati sulla mitologia classica). La tradizione che lo vuole luogo di martirio di cristiani è destituita di fondamento[5]. Non più in uso dopo il VI secolo, l'enorme struttura venne variamente riutilizzata nei secoli, anche come cava di materiale. Oggi è un simbolo della città di Roma e una delle sue maggiori attrazioni turistiche sotto forma di monumento archeologico regolarmente visitabile.
Oggi le sue condizioni di salute destano preoccupazione, visto che studi sulla sua struttura hanno evidenziato oltre 3.000 lesioni e un esteso stato fessurativo[6]. Inoltre, nel 2012 è avvenuta la scoperta di un'inclinazione di 40 cm della struttura, probabilmente a causa di un cedimento della platea di fondazione su cui poggia[7].
Nel 2016 il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino ha ottenuto 6 408 852 visitatori, risultando il secondo sito museale statale italiano più visitato, alle spalle del Pantheon[8].
L'origine del nome della piazza è incerta: c'è un'etimologia che deriva "popolo" dal latino populus (pioppo), sulla base della tradizione che vuole ci fosse, nella zona, un boschetto di pioppi pertinente alla tomba di Nerone, che era lì presso. È notizia storica, comunque, che Papa Pasquale II fece costruire a ridosso delle mura una cappella, a spese del popolo romano (quella su cui poi sarebbe sorta la chiesa attuale di Santa Maria del Popolo): del popolo era la Madonna, del Popolo diventò la piazza.
Il Pantheon (in greco antico: Πάνθεον [ἱερόν], Pántheon [hierón], "[tempio] di tutti gli dei") è un edificio della Roma antica situato nel rione Pigna nel centro storico, costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future. Fu fondato nel 27 a.C. dall'arpinate Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto. Fu fatto ricostruire dall'imperatore Adriano tra il 120 e il 124 d.C., dopo che gli incendi dell'80 e del 110 d.C. avevano danneggiato la costruzione precedente di età augustea.
.Quando sono giunto in questo posto per visitarlo, molto commovente è stata la scena di questi due sposi che erano in preda alle foto,appena sposati e con tutto l'amore provato,deciso e sicuro che trasmettevano i loro occhi.
La semplicità degli abiti e la loro spontaneità.
Definisco Roma una città "transitoria" per tutte le persone che hanno bisogno di reinventarsi,gioire,appassionarsi e innamorarsi.
A me particolarmente ha dato un senso di libertà, e sicurezzama non di apparteneza.
Piazza Navona, ai tempi dell'antica Roma, era lo Stadio di Domiziano che fu fatto costruire dall'imperatore Domizianonell'85 e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 276 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori.
Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino (forse una copia di un gruppo ellenistico pergameno che si presume rappresentante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo), ora nell'omonima piazza di fianco a Piazza Navona.
Poiché era uno stadio e non un circo, non c'erano i carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né la spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio il Circo Massimo, ma era tutto libero ed utilizzato per le gare degli atleti. L'obelisco che ora è al centro della piazza non si trovava lì, ma viene dal circo Massenzio, che è tuttora sulla via Appia.
Il nome della piazza era originariamente "in Agone"[1] (dal latino in agonis, "giochi") poiché lo stadio era usato solo ed esclusivamente per le gare di atletica. Anticamente la piazza era concava, si bloccavano le chiusure delle tre fontane e l'acqua usciva in modo da allagare la piazza.
Tra X e XI secolo il Campus Agonis con le sue Cryptas erano interamente di proprietà dell'Abbazia di Farfa, per passare nel XIII secolo interamente sotto il controllo del magistrato romano da destinare periodicamente ad uso ludico, uso che si protrarrà fino ad età rinascimentale avanzata quando ancora appare come area adibita ad addestramento cavalleresco e ludi carnevaleschi. In questo breve intervallo la proprietà del Circus Agonis risulta frazionato tra proprietari privati ed enti ecclesiastici[2].
Tra il 1810 ed il 1839 nella piazza si tennero le corse al fantino, ossia corse di cavalli montati (che però non avevano parentela con le più famose corse dei barberi di Via del Corso).
il bello delle mie gite è sempre quello di essere accompagnato da persone con la mia stessa voglia di sperimentare nuovi luoghi,affrontare nuove avventure e soprattutto sorridere sotto al sole ,come se non ci fosse un domani.
In armonia e con semplicità <3
Dopo l'Unità d'Italia venne inizialmente impiegato come caserma, poi fu destinato a museo. A questo scopo fu oggetto di lavori di restauro da parte del Genio del Regio Esercito, sotto la guida del colonnello Luigi Durand de la Penne, con il suo collaboratore capitano Mariano Borgatti, concepisce per primo il progetto di riportare il monumento al suo antico aspetto e destinandolo a sede del costituendo Museo dell'Ingegneria Militare[14], inaugurato il 13 febbraio 1906, con Borgatti primo direttore. In realtà i risultati dei lavori di restauro furono da molti giudicati piuttosto discutibili[15] perché portarono alla cancellazione dell'impronta bimillenaria del castello. I restauri del 1933-34 ripristinarono i fossati e i bastioni e sistemarono a giardino la zona tra la cinta quadrata e la struttura pentagonale.[15]
Il museo nel 2008 è stato visitato da 734 585 persone[16]. Dal dicembre 2014 Castel Sant'Angelo è passato in gestione al Polo Museale del Lazio.
.Riguardando questa foto mi vien da ridere, soprattutto perchè non ero mai stato lì e il pensiero che mi ha portato al castello è il video di Alessandra Amoroso girato qui l'anno scorso :)
è stato uno dei posti di Roma che mi ha particolarmente colpito e difficilmente ne capisco il motivo: forse per la sua storia o forse perchè collegato al suo ponte che emana un effetto di trasporto e appagamento.
Era costruito in peperino e rivestito da travertino e aveva tre arcate (una si chiamava testicolare), a cui si accedeva mediante rampe dalla riva. Le rampe erano a loro volta sostenute da tre arcate minori sulla riva sinistra e da due sulla riva destra, verso il mausoleo di Adriano, che furono distrutte nel 1893 in occasione della realizzazione degli argini del fiume e sostituite da arcate moderne. Il piano stradale aveva ai lati alti marciapiedi dotati di balaustre in travertino.
Nel luglio 472 fu utilizzato dalle truppe germaniche del magister militum Ricimero per attaccare la parte orientale della città, difesa dall'imperatore romano Antemio. Nel Medioevo fu utilizzato dai pellegrini diretti alla Basilica di San Pietro e fu conosciuto anche con il nome di "ponte di San Pietro" (pons Sancti Petri). Nel VI secolo sotto il papa Gregorio Magno, prese il nome di "ponte Sant'Angelo" dal Castel Sant'Angelo (originariamente mausoleo di Adriano). Durante il giubileo del 1300 le balaustre del ponte cedettero per la gran calca dei pellegrini e morirono molte persone: in seguito furono abbattute alcune case alla testata del ponte per consentire uno spazio di deflusso ai pellegrini. Furono inoltre costruite due piccole cappelle rotonde dedicate a Santa Maria Maddalena e ai Santi Innocenti, che furono abbattute per motivi di difesa nel 1527. Nella piazza antistante al lato sinistro del Tevere si apriva piazza di Ponte, su cui, nel tratto ora percorso dal Lungotevere proveniente da piazza Pasquale Paoli si affacciava lo scomparso palazzo Altovitifatto costruire da Bindo Altoviti, nella quale per lungo tempo si eseguivano le condanne alla pena capitale usando esporre sul ponte i corpi dei condannati a morte, come monito per la popolazione.
« L'Italia riconosce alla S. Sede la piena proprietà e la esclusiva potestà e giurisdizione sovrana sul Vaticano, come è attualmente costituito, con tutte le sue pertinenze e dotazioni, creando per tal modo la Città del Vaticano, per gli speciali fini e con le modalità di cui al presente trattato […] » |
(Patti lateranensi, 11 febbraio 1929 |
La Città del Vaticano, ufficialmente Stato della Città del Vaticano (in latino: Status Civitatis Vaticanæ[14]), comunemente chiamata anche semplicemente Vaticano, o per antonomasia San Pietro, o imprecisamente Santa Sede, è una città-Stato indipendente dell'Europa. È il più piccolo stato sovrano del mondo sia per popolazione (605 abitanti)[15] sia per estensione territoriale (0,44 km²), ma proprio quest'ultima pone al contempo lo Stato al secondo posto in Europa per densità di popolazione.[16]
La Città del Vaticano è un'enclave nel territorio della Repubblica Italiana inserita nel tessuto urbano della città di Roma. Nello stato vige un regime di monarchia assoluta[17] teocratica elettiva di tipo patrimoniale,[18] con a capo il papa della Chiesa Cattolica. La lingua ufficiale è l'italiano, mentre il latino è la lingua ufficiale della Santa Sede.
Lo Stato della Città del Vaticano batte moneta propria, ma per effetto dell'unione doganale e monetaria con l'Italia adotta l'euro che negli otto tagli delle monete metalliche riportano nella faccia nazionale l'effigie del papa regnante ovvero soggetti vaticani ed emette propri francobolli utilizzabili per il servizio postale verso tutto il mondo (ma ovviamente solo con spedizione dalle Poste Vaticane). Importanti le serie commemorative delle monete e dei francobolli molto ricercate dai numismatici e dai filatelici di tutto il mondo[19]. In Vaticano è inoltre edito un giornale quotidiano, L'Osservatore Romano, fondato nel 1861, e dal 1931 funziona una emittente, la Radio Vaticana, che trasmette in tutto il mondo in varie lingue.
.Anche qui un'emozione indescrivibile, segnata da amori corrisposti come si nota dalla foto una coppia felice che mostra in pubblico l'amor proprio. <3
Sommerso dal caldo asfissiante,non mi sono dato per vinto e accompagnato da un degno ombrello para sole sono giunto a Fontana di Trevi,la classica tappa scolastica durante le gite al liceo.
La storia della fontana è strettamente collegata a quella del restauro dell'acquedotto dell'Acqua Vergine, che risale ai tempi dell'imperatore Augusto, quando l'architetto Marco Vipsanio Agrippa (genero di Augusto) fece arrivare l'acqua corrente del fiume Aniene fino al Campo Marzio, per alimentare le terme volute e completate dallo stesso Agrippa, cui si deve anche l'edificazione del Pantheon (nel cui frontone è scolpito il suo nome). L'acquedotto era lungo più di venti chilometri, quasi tutti sotterranei.
Benché compromesso e assai ridotto nella portata dopo i danni causati dall'assedio dei Goti di Vitige nel 537, l'acquedotto dell'acqua Vergine rimase in uso per tutto il medioevo, con restauri attestati già nell'VIII secolo, poi ancora dal Comune nel XII secolo, in occasione dei quali si provvide anche ad allacciare il condotto ad altre fonti più vicine alla città, poste in una località allora chiamata «Trebium», che potrebbe essere all'origine del nome dato alla fontana. Il condotto dell'Acqua Vergine è il più antico acquedotto di Roma tuttora funzionante, e l'unico che non ha mai smesso di fornire acqua alla città dall'epoca di Augusto.
Il punto terminale dell'«Aqua Virgo» nel Medioevo si trovava sul lato orientale del colle Quirinale, nei pressi di un trivio (Treio, nella lingua dell'epoca: altra ipotesi, abbastanza accreditata, sull'origine del nome). Al centro dell'incrocio venne realizzata una fontana con tre bocche che riversavano acqua in tre distinte vasche affiancate; risale al 1410 la prima documentazione grafica della «Fontana del Treio» (o «di Trevi»), così rappresentata. Poco tempo dopo, nel 1453, su incarico di papa Niccolò V, Leon Battista Alberti sostituì le tre vasche con un unico lungo bacino rettangolare, appoggiandolo a una parete bugnata e merlata e restaurando i tre mascheroni da cui fuoriusciva l'acqua. Sulla parete fu apposta una lapide a memoria dell'intervento:
« NICOLAVS V. PONT. MAX.
POST ILLVSTRATAM INSI- GNIBVS MONUMEN. VRBEM DVCTVM AQVAE VIRGINIS VETVST. COLLAP. REST. 1453 » |
« Nicolò V Pontefice Massimo, dopo aver abbellito con insigni monumenti la città, restaurò il condotto dell'Acqua Vergine dall'antico stato di abbandono nel 1453. »
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Dopo vari interventi di scarso rilievo, un altro importante restauro di tutto l'acquedotto fu compiuto nel 1570 da parte di papa Pio V; in quell'occasione furono anche riallacciate le sorgenti originarie.
Si racconta che di notte la fontana venga svuotata per estrarre le monete che i turisti vi gettano per esprimere un desiderio , e che il ricavato sia dato in beneficienza; sis tima inoltre che si ammonti circa a 3000 euro al giorno!
la classica fontana di Piazza di Spagna
Al centro della piazza vi è la famosa fontana della Barcaccia, che risale al primo periodo barocco, scolpita da Pietro Bernini e da suo figlio, il più celebre Gian Lorenzo Bernini.
Dal lato di via Frattina sorge il Palazzo di Propaganda Fide, di proprietà della Santa Sede. Di fronte alla sua facciata, progettata dal Bernini (mentre la facciata laterale è invece del Borromini), svetta la colonna dell'Immacolata Concezione, che fu innalzata dopo la proclamazione del dogma per volontà del re Ferdinando II delle Due Sicilie in ringraziamento per uno scampato attentato, e inaugurata il giorno 8 dicembre 1857. Dal 1923 i vigili del fuoco offrono un acrobatico omaggio floreale alla statua, avvalendosi delle loro scale; nel 1953 lo stesso pontefice Pio XII volle presenziare alla cerimonia, ma fu con Giovanni XXIII (1958) che la presenza papale a tale cerimonia divenne una vera e propria tradizione, fedelmente mantenuta da tutti i pontefici.
Attualmente l'omaggio floreale di Piazza di Spagna - sempre accompagnato da una preghiera mariana del Papa - è una delle cerimonie religiose più amate e popolari in Roma.
La piazza è citata in una famosa poesia di Cesare Pavese, denominata "Passerò da Piazza da Spagna", il cui testo è stato riportato integralmente su una targa vicino alla sala da tè Babington's.
.Tra le varie mete ovviamente ho visitato il foro Italico,gli anfiteatri, la colonna traiana ma non sono riuscito una sera a concedermi la bellezza di Trastevere,ammirare il fiume e la bella Roma illumibata di sera;
un buon motivo per ritornarci in Inverno e godere dell'atmosfera natalizia. <3
COSA HO MANGIATO A ROMA?
IMMANCABILE LA CACIO E PEPE,SPETTACOLO AL PALATO
NEL CENTRO DELLA FONTANA DI TREVI HO GUSTATO UNA BUONISSIMA CARBONARA.CON ABBONDANTE PEPE E PARMIGIANO
LA CLASSICA GRICIA ALLA ROMANA ,IL MIO PIATTO ROMANO PREFERITO.
DULCIS IN FUNDO:
IL GELATO CREMA E PISTACCHIO DI SAN CRISPINO:
consiglio a tutti di provarlo perchè è di una bontà pazzesca.
Fatto artigianalmente e ben conservato <3
- Un viaggio altrettanto introspettivo ,che mi ha affascinato, ma soprattutto incuriosito tra arte e cultura,storia e vita.
- Non mi ha regalato, Roma quel senso di appartenenza che ho trovato a Firenze ma soprattutto in Umbria ma la sua storia,la sua antichità merita per davvero di essere contemplata e ammirata a pieno.
GRAZIE ROMA,SEE U LATER
#foodergointour
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